Se Michael Bay è andato a sperimentare dalle parti di Netflix con 6 Underground, il terzo capitolo della saga con Will Smith e Martin Lawrence, Bad Boys for Life, non è rimasto certo scoperto. In cabina di regia sono infatti subentrati Bilal Fallah e Adil El Arbi. Ma non è detto che il vecchio Michael non possa avere qui un cameo…
Parlando di 6 Underground si era detto che la caratteristica peculiare del film, come del resto anche degli altri lavori di Bay, era che le sequenze d’azione e inseguimenti erano di tanto in tanto interrotte da dei pezzetti esili e dimenticabili di trama. due Bad Boys non facevano eccezione: la forma sovrastava decisamente il contenuto. In questo terzo capitolo con Marcus e Mike (il primo sull’orlo della pensione, l’altro…) succede l’esatto opposto, e il film subisce la canonica “franchisizzazione”, che non ha nulla a che vedere col santo che parlava coi lupi (sarebbe semmai “San Franchise d’Assisi”, a voler essere pignoli).
Si tratta di quel fenomeno ormai frequente per cui qualunque vecchio film di Hollywood viene replicato, rifatto o ripreso, e con i nuovi capitoli si esplora il passato, le origini di alcuni personaggi non sempre accattivanti. Possiamo interessarci al passato e alla gioventù di Vito Corleone, ma che si scopra come e perché il Mike Lowery di Will Smith è diventato Mike Lowery… Non è che sia proprio in linea con lo spirito degli altri due film.
Ma è uno scoglio facilmente superabile: Bad Boys For Life è comunque un prodotto assai buono, che intrattiene e diverte, e mantiene le promesse soprattutto nella seconda metà. I siparietti fra Smith e Lawrence funzionano, e dato che gli incassi sono stati particolarmente buoni e il quarto capitolo è in cantiere, è assai probabile che li rivedremo… Bad Boys 4Ever?