È stato sfortunato questo The Hunt, prima tolto dal calendario delle uscite cinematografiche in America a fine estate 2019, per rispetto nei confronti delle vittime degli ennesimi mass shooting avvenuti a Daytona e a El Paso (d’altronde il film diretto da Craig Zobel racconta di una élite che si diverte a dare la caccia a delle persone nel mezzo di una radura), poi arrivato direttamente on demand (almeno in Italia) a causa dell’emergenza Coronavirus che ha bloccato tutto e tutti. Un film sfortunato quanto attuale, che rappresenta una critica sagace della società americana degli anni ’20 del 2000.
C’è Damon Lindelof alla sceneggiatura che imbastisce la storia di un humour intelligente e contemporaneo simile a come aveva fatto per il suo sequel rivisitato di Watchmen sulla HBO, ma siamo ben lontani dalla qualità e dai livelli di quella serie. The Hunt finisce per prendersi troppo in giro e a perdere il quadro generale della situazione, di cui rimane solo uno spettacolo pirotecnico di esplosioni, mazzate e arti che saltano via. Certo, alcune di queste scene sono ben coreografate e divertenti, ma è un parossismo che a lungo annoia. Betty Gilpin, la protagonista, riesce comunque a sfruttare al meglio tutto quello che ha a disposizione, rivelandosi una vera forza della natura, mattatrice unica di questo spettacolo. La cosa non vale per la sua controparte cattiva, Hilary Swank, che non dà verve ad un personaggio comunque troppo macchietta.
The Hunt sembrava promettere di più, ma non sfrutta bene le poche idee buone che aveva a disposizione, e alla fine non rimane di più che un bel divertissement con cui occupare le ore della quarantena.