C’è stata molta Italia in questi ultimi giorni di Venezia 76. Innanzitutto a livello televisivo: oltre a The New Pope, sono stati presentati in anteprima due episodi (in questo caso i primi) di Zero Zero Zero, tratta dal libro di Roberto Saviano. Alla regia troviamo un signore del cinema di genere come Stefano Sollima. Inutile dirvi che oltre ad essere ottimamente scritta, la serie è anche (limitatamente a quel che ci è stato mostrato in anteprima) ottimamente diretta.
Fuori Concorso è arrivato anche il nuovo film di Gabriele Salvatores, liberamente tratto dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura. Il film si intitola Tutto il mio folle amore, il protagonista è un come al solito ottimo Claudio Santamaria, coadiuvato, oltre che dalla sambuca (il suo personaggio ha un problemino con l’alcol) anche da Valeria Golino e da Diego Abatantuono (che nel film ha degli occhiali con la torcia incorporata, e ha già vinto così). La pellicola è un po’ un ritorno alle origini per Salvatores: nonostante i fasti siano decisamente passati, siamo parecchio dalle parti di Mediterraneo e Puerto Escondido. Ci sono personaggi in fuga, grandi viaggi e grandi paesaggi e spazi aperti. Alcune svolte di trama (il finale, principalmente) risultano ostiche, ma per fortuna siamo lontani da Il ragazzo invisibile, e le interpretazioni degli attori salvano decisamente la giornata, fra momenti di sincera tenerezza, divertenti e anche edificanti.
E il Concorso? Giunge ai titoli di coda. Questa mattina è stato presentato La mafia non è più quella di una volta, documentario estremamente ironico di Franco Maresco sull’anniversario delle stragi di mafia in cui persero la vita, fra gli altri, i giudici Falcone e Borsellino. Gran parte del documentario (troppa, a essere sinceri) è dedicata un personaggio eclettico para-mafioso, Ciccio Mira, e all’assurdità di parecchie situazioni realmente accadute che svuotano ancora di più di significato la memoria di una tragedia così grande per il nostro Paese. Però c’è una parte del film che è animata e che racconta l’origine della cinefilia di Sergio Mattarella che varrà anche da sola il prezzo del biglietto. In ogni caso, chapeau a Maresco!
Infine, abbiamo visto anche il film con Johnny Depp, che in realtà ha come protagonista assoluto (e meraviglioso) Mark Rylance. Il film è Waiting for the Barbarians, il regista è Ciro Guerra (make no mistake, è colombiano) e racconta una storia di frontiera in cui la pace è destinata a durare poco, e soprattutto vi porterà a chiedervi: ma i Barbari chi sono? Saremo mica noi?